Il mondo che i normanni crearono

I. Società

di Dylan Reddick

La conquista normanna della Sicilia e dell’Italia meridionale (1060-1194) non fu realizzata attuando un piano divino, sebbene i capi di questi discendenti vichinghi credessero proprio questo. Il gruppo dallo spirito guerriero, originario della Normandia (Francia), vedeva semplicemente il Mediterraneo come foraggio economico e terra ottenibile per accrescere il proprio regno. Riconosciuta in modo più prominente per aver rimodellato le isole britanniche ed aver contribuito al loro coinvolgimento nelle prime crociate, la conquista normanna avvenuta nel Mediterraneo viene spesso trascurata. Nelle sue prime usurpazioni l’invasione dei mercenari normanni, in particolare dei parenti degli Altavilla, si impose sulla terra italiana causando disordini civili ed un futuro incerto per gli abitanti della regione. Sotto il regno di Re Ruggero II (1130-1154), i Normanni unirono popoli che avevano legami istituendo un regno e creando una società che permettesse a tutti i sudditi di prosperare, indipendentemente dalle religioni e dalle culture contraddittorie del tempo.1 La Sicilia, che era principalmente abitata da greci e musulmani durante l’XI e XII secolo, divenne un obiettivo importante per il papato, interessato a far riconquistare l’isola alla Chiesa Latina.2 Un cristiano, Ruggero II, invase terre straniere con i suoi compagni normanni e giustificò tali azioni con la pretesa di restaurare quella che era vista come una legittima proprietà della Chiesa. 3 Il ripristino di una istituzione religiosa a sudditi cristiani per lo più non latini si rivelò un obiettivo impegnativo per il Re di Sicilia, tuttavia, grandi sforzi furono fatti per trasformare la popolazione locale in una società in via di sviluppo.4 Il re stesso era circondato da una cerchia diversificata di consiglieri, come Abu Abdullah Mohammed al-Edrisi, l’arabo autore de Il Libro di Ruggero, così come dai fidati sudditi bizantini e musulmani che servivano la sua corte.5 La diversità culturale all’interno della corte di Ruggero fornisce informazioni su come la Sicilia funzionasse nel suo insieme sotto il suo controllo.

Tabula Rogeriana

Tabula Rogeriana - Abu Abdullah Mohammed al-Edrisi; Realizzato per Ruggero II dal suo più fidato amico, membro del consiglio e geografo. Terminato nel 1154, appena pochi mesi prima del decesso del re. La Tabula Rogeriana fu una delle mappe più accurate e dettagliate del XII secolo. Al-Edrisi fu inoltre l’autore de Il Libro di Ruggero, che divenne uno degli scritti più influenti dell’età medievale

Ruggero II scelse Palermo, formalmente capitale della Sicilia musulmana, come suo luogo di residenza intorno al 1130 e, invece di governare con la forza sulla popolazione per la maggior parte musulmana, la incorporò nel suo regno pacificamente. La reputazione della città crebbe e questa divenne conosciuta come centro della matematica e delle scienze. Molti studiosi musulmani, poeti e viaggiatori, arrivarono a frotte in cerca di conoscenza. La comunità stabilì anche l’arabo come lingua ufficiale delle scienze.6 Il re fu conosciuto per la sua passione per la conoscenza e la sua curiosità nei confronti dei meccanismi sociali, e dal 1140 fornì ai matematici, agli scienziati, ai filosofi e agli studiosi del mondo uno stato dedicato alla conservazione del discorso intellettuale e dell’apprendimento.7 Senza apparentemente alcun limite alle sue capacità mentali, il figlio del Gran Conte parlava le molte lingue presenti sull’isola: il francese, il latino, il greco, l’arabo.8 Questa profonda infatuazione per l’apprendimento separava Ruggero II dai suoi predecessori e successori e aiutava a plasmare la reputazione dell’isola come luogo di immensa cultura. Nel XII secolo, Palermo, stavolta capitale normanna, divenne sinonimo di vita intellettuale e servì come vera rappresentazione della società multiculturale che i normanni avevano creato.

Cappella Palatina

Cappella Palatina, una cappella commissionata da Ruggero II e costruita su una preesistente moschea. Un luogo di culto che incorpora gli stili architettonici multiculturali associati ai sudditi bizantini e musulmani di Palermo. Archi arabi e cupole bizantine si accompagnano e sono decorati da iscrizioni in latino, greco e arabo, il che sottolinea la coesistenza della varietà di culture e religioni all’interno della società normanna.

Considerando che i normanni siciliani fossero in inferiorità numerica rispetto ai loro sudditi musulmani e greci, era vitale per l’istituzione della loro società che si astenessero dall’agitarli. Ruggero I, che fu conte della Sicilia e della Calabria prima di suo figlio, è noto per aver impiegato soldati musulmani nel suo esercito e per aver fornito al futuro re modelli per incorporare i sudditi non latini all’interno della società normanna.9 Ruggero II sviluppò i metodi di suo padre per dimostrare tolleranza nei confronti di tutte le culture. Inoltre, tentando di allontanare se stesso e la sua nuova Sicilia dai sistemi politici disorganizzati e divisi che avevano afflitto il passato dell’isola, Ruggero II istituì nuove politiche rispettose delle tradizioni. Le Assise di Ariano instaurarono un regno unificato non abolendo le preesistenti pratiche culturali o le leggi dei popoli governati dai Normanni. 10 Questa serie di leggi inclusive fu essenziale per il buon funzionamento della società multiculturale della Sicilia. Questo non solo guadagnò il rispetto dei governanti avversari proteggendo i loro costumi e le loro tradizioni locali, ma incoraggiò una pacifica convivenza all’interno dei nuovi territori.

L’occupazione normanna nel Mediterraneo innegabilmente cambiò il volto della Sicilia e del Sud Italia. Introducendo la prima forma di moneta standard della nazione, il ducato, incoraggiarono l’unificazione dei territori normanni.11 L’uso e l’accettazione di tale valuta, sostenuta dagli sforzi dei greci cristiani e degli arabi musulmani, fornì la prova di una generale approvazione del dominio normanno da parte dei suoi eterogenei sudditi - che si estese oltre il regno di Ruggero II. 12

II. Economia

di Emily Cotugno

Palermo era la seconda città più grande del regno (dopo Napoli) ed era il centro di tutta la politica, l’economia e la cultura.13 Tuttavia, non era sempre stato così. Quando il conquistatore normanno Roberto Il Guiscardo giunse in Sicilia, la descrisse come “fatta a pezzi”. La città era stata spesso lasciata in bancarotta nelle mani di governanti che non sempre avevano preso in considerazione il migliore interesse per la città. 14 Fu solo quando Ruggero II fondò un regno ben radicato che la Sicilia e la città di Palermo iniziarono a prosperare. Si dice che Ruggero II basasse il suo regno su “prosperità commerciale ed efficiente amministrazione.”15 Ciò detto, egli giocò un ruolo dominante nella commercializzazione del Mediterraneo e nella costruzione dell’economia della Sicilia.

Per cominciare, vi sono prove di un’amministrazione finanziaria chiamata duana. Le prime testimonianze sulla duana risalgono al 1174. Tuttavia, vi è una consistente possibilità che il padre di Ruggero II, Ruggero I, abbia implementato una sorta di sistema duana risalente ai primi anni ‘60 del 1000. La teoria suggerisce che la duana consistesse in tre uffici: l’ufficio di supervisione, l’ufficio del tesoro, l’ufficio dei profitti. Ciò è particolarmente interessante perché si dice che questo stesso sistema avesse aiutato nel notevole progresso dell’economia del regno. 16 Questo sistema risulta relativamente complesso e fu rielaborato molte volte col passare degli anni ma, in breve, esso fu principalmente responsabile delle tasse sulle terre feudali. Questo confermò anche l’evidenza di un sistema feudale, sebbene il sistema di classe/economico non fosse specificamente chiamato “sistema feudale.” Esiste una breve menzione di chi occupasse le terre e dove. Ad esempio, i reali avrebbero vissuto in feudi (o grandi tenute) ed altri abitanti del regno altrove.17 I diversi uffici amministrativi della duana avevano la responsabilità di tassare le varie regioni del regno, il che sicuramente aiutò i profitti di quest’ultimo. Benché Ruggero II non fosse la persona che mise in atto la duana, certamente continuò ad utilizzare questa amministrazione per anni al fine di mantenere un profitto costante.

Andando avanti con ciò che Ruggero II fu in grado di fare a livello economico per il regno, quando salì al potere agli inizi del XII secolo egli decise che il suo primo ordine del giorno fosse creare una nuova valuta e nominò commissari per far rispettare l’uso del sistema monetario. 18 Ruggero II utilizzò inoltre la posizione della Sicilia nel Mediterraneo a proprio vantaggio. Ad esempio, creò “pedaggi” navali al fine di sostenere il suo regno così come controlli sullo Stretto di messina, il breve specchio d’acqua che collega la Sicilia al resto d’Italia. 19 La posizione della Sicilia non è affatto isolata ed è piuttosto centralizzata nel Mediterraneo, il che significa che avesse accesso al commercio che da solo rappresentava un “sistema economico potente ed aggressivo”. 20 Nelle fonti sopravvissute non si possono trovare molte altre informazioni su come Ruggero II abbia contribuito a costruire l’economia della Sicilia. Sono disponibili alcune informazioni su come coloro che regnarono dopo Ruggero II distrussero o costruirono l’economia della Sicilia. Ad esempio, si dice che Guglielmo II, il quale regnò per tredici anni dopo la morte di Ruggero II, non avesse fatto molto per l’economia della Sicilia (o del regno nel suo insieme) “più e più volte ha svuotato le casse nazionali a causa di imprese che non gli hanno portato altro se non sconfitta ed umiliazione” e che avesse speso incautamente il soldi del regno cercando di conquistare altre terre. 21 Sembra che altri che ricoprivano posizioni di autorità all’interno del regno, come Giorgio d’Antiochia, ammiratus ammiratorum (Ammiraglio degli Ammiragli) di Ruggero II, imponessero tasse basse ma efficaci.22

Nel complesso, sembra che l’economia della Sicilia normanna prosperasse di più grazie a tasse, pedaggi ed un facile accesso alle rotte commerciali.

III. Politica

di Samuel Moss

L’arena politica della Sicilia, sia prima che durante il dominio normanno sulla regione, era una costante battaglia di lotte di potere in competizione, guerre, re che facevano ciò che volevano contro ciò che era effettivamente vantaggioso per il loro dominio. La politica del tempo era per lo più caratterizzata dalla firma di trattati dopo le guerre, che finivano sempre con le parti che si trovavano a compromessi su una soluzione per porre fine al loro conflitto o con una parte che dominava le discussioni e aveva un maggiore controllo dell’altra parte. Un altro modo di rafforzare i legami politici a quel tempo era combinare matrimoni tra gli eredi ai troni dell’Europa e dei paesi mediterranei per assicurare alleanze pacifiche e prospere per gli anni a venire. Quando il famoso invasore normanno Roberto Il Guiscardo sbarcò per la prima volta in Sicilia, trovò un Sud Italia che era stato fratturato da pretese di potere contrastanti dal papa e dalla Chiesa Cattolica, dai due imperi, dalle tre razze e da un numero schiacciante di piccoli gruppi di potere, come i principati, i ducati e le baronie. Ciò includeva la Sicilia, che era stata indebolita per due secoli dal dominio saraceno, in cui la minoranza cristiana greca non aveva avuto potere e gli emiri locali avevano lottato continuamente per il controllo.23 Tuttavia, nel corso del tempo e della storia, Roberto il Guiscardo e i suoi discendenti crearono una società stabile che permise alla regione di prosperare. Sfortunatamente, non ogni re della Sicilia fu di ausilio alla regione ed uno in particolare la ridusse alla bancarotta molte volte con inutili guerre e conflitti. Si tratta di Guglielmo II, il cui periodo come Re della Sicilia vide la rinascita di una pratica di politica estera pericolosa e costosa: conquistò terre straniere soltanto per il gusto di farlo, senza considerare il contraccolpo economico e politico che avrebbe ricevuto. 24 Il suo fu un approccio molto diverso alla diplomazia ed ai rapporti esteri, cosa che lo differenziò notevolmente da Ruggero II, che probabilmente ebbe l’impatto più positivo sul nuovo regno.

Già, anche prima del regno di Ruggero II, la pianificazione di uno stato di successo era iniziata sotto Ruggero I, il Grande Conte. Normanni, Italici, Longobardi, Greci e Saraceni avrebbero avuto tutti voce in capitolo nel nuovo governo creato da Ruggero I, con le lingue ufficiali che erano arabo, greco, latino e francese normanno.25 Ruggero I fu decisamente avanti per l’epoca, quando perseguì politiche di tolleranza religiosa e culturale. Non solo permise alla molteplicità delle culture e delle religioni di vivere armoniosamente all’interno del suo regno, ma stabilì alcune sfaccettature e pratiche di ciascuna religione e cultura all’interno del suo stesso governo. Ruggero I gettò le basi per suo figlio, Ruggero II, perché potesse prendere il controllo e continuare la sua opera di creazione di un regno moderno, in cui la tolleranza religiosa e quella culturale fossero due importanti fattori nella vita di tutti i giorni.

Ruggero II trasformò la Sicilia in un regno che fu al centro degli studi di molti storici. Richiedeva che i baroni e il clero principale dell’Italia meridionale e della Sicilia gli prestassero giuramento, il che delineava il sistema politico e legale che questi aveva intenzione di creare.26 Dagli inizi del suo governo, volle rendere chiaro che egli fosse al comando e che non vi fosse nessuno che potesse mettere in discussione la sua suprema autorità. Un modo per fare ciò fu promuovendo la sua filosofia politica, che era modellata sul governo bizantino. 27 La filosofia secondo la quale Ruggero II voleva governata era un potere totale e completo ed il miglior modo per farlo fu governare come monarca assoluto. Ruggero II governò con l’idea che i re avessero un diritto divino a regnare. Il monarca era Re di Sicilia per volere di Dio. Se qualcuno avesse messo in discussione la sua suprema autorità sul regno, questo sarebbe stato considerato sia un peccato religioso che un crimine di tradimento. 28 Questa filosofia politica monarchica assoluta, combinata ad una tolleranza e ad una integrazione religiosa e culturale, fu la base per il resto del governo di Ruggero II, così come di quello dei successivi condottieri del Regno Normanno di Sicilia, fino alla sua sfortunata e prematura fine nel 1194.

Riguardo ai regnanti successivi a Ruggero, vi furono quattro re che gli succedettero. Questi furono Guglielmo I (‘Il Cattivo’), Guglielmo II (‘Il Buono’), Tancredi di Lecce e Guglielmo III, fino a quando il regno non fu conquistato dall’imperatore germanico nel 1194. Tutti questi sovrani ebbero problemi e non furono all’altezza degli standard stabiliti da Ruggero II durante il suo periodo come re di Sicilia. Un problema di Guglielmo I fu che egli non fosse preparato per regnare sulla Sicilia. Dato che non era l’erede designato, non ricevette l’idonea formazione quanto alla vita politica e diplomatica.29 Come detto precedentemente, Guglielmo II tentò di conquistare altre terre solamente per guadagno personale e, durante questo processo, prosciugò le casse dello stato, il che causò una vera crisi finanziaria in Sicilia, specialmente quando le sue spedizioni si rivelarono dei fallimenti ed egli fu sconfitto.30 Al tempo di Tancredi e di Guglielmo III, il regno era ben lontano dall’essere salvato e fu facilmente conquistato dall’imperatore di Germania, Enrico VI e da sua moglie Costanza, che era la figlia di Re Ruggero III e della sua terza moglie, Beatrice di Rethel.

É un vero peccato che il Regno Normanno sia finito così rapidamente, poiché le basi politiche e ideologiche relative alla tolleranza religiosa e culturale su cui era stato costruito erano considerate rivoluzionarie per l’epoca. La politica di ogni nazione, specialmente una nuova come il Regno di Sicilia, è sempre in mostra per il mondo, che ne trae vantaggio: è esattamente quello che successe ai Normanni in Sicilia.

IV. Diritto

di Kimberly Greco

L’amministrazione legale normanna non fu pienamente consolidata nella Sicilia medievale e nel Sud Italia fino al regno di Ruggero II. Prima dell’instaurazione di una monarchia, vi erano molte differenze, a livello legale, tra le regioni del Sud Italia. Alcune province seguivano il diritto longobardo, mentre altre erano sotto la giurisdizione del diritto romano. 31 Questa divisione, accompagnata da altri conflitti, rese l’inizio del Regno di Ruggero II abbastanza caotico. Con aspirazioni di pace e potere, Ruggero II sperava di espandere l’eredità che suo padre aveva creato e di creare un regno normanno unificato e stabile sotto un nuovo gruppo di leggi codificate.

Sebbene molti attribuiscano a Ruggero II il merito di aver trasformato il panorama giuridico della società normanna, le sue idee non furono propriamente nuove. I Normanni frequentemente si appropriavano dei costumi preesistenti o delle amministrazioni e vi costruivano sopra, rendendoli propri. Il nuovo codice di leggi di Ruggero, le Assise di Ariano, non fece eccezione perché era modellato principalmente sul diritto romano.32 Che fossero presenti anche altre influenze non dovrebbe sorprendere considerando che la Sicilia e l’Italia meridionale fossero un crocevia di culture. Questo incrocio permise a Franchii, Longobardi, Bizantini, Islamici e alle altre influenze di coesistere accanto al nuovo codice di leggi di Ruggero.33 La coesistenza fu permessa solo se queste leggi esistenti non fossero in contrasto con le nuove assise. ì34 Questo sistema consentì a Ruggero di mostrare il suo potere in due modi: riuscì ad imporre un nuovo codice legislativo che fu riconosciuto come altamente sviluppato per l’epoca, e riuscì a mostrare tolleranza permettendo a certe leggi ed amministrazioni di rimanere nelle province. Un modo in cui la tolleranza veniva mostrata era consentendo ai funzionari locali di mantenere la loro posizione all’interno della nuova amministrazione. Ad esempio, l’amministrazione normanna includeva numerosi musulmani così come musulmani convertiti al cristianesimo, che facevano da ponte tra l’amministrazione normanna ed il popolo siciliano, che era principalmente musulmano.35 Il sistema di governo normanno non solo funzionò in modo più efficiente con l’uso di funzionari locali, ma il loro governo fu anche in grado di acquisire un senso di legittimità. L’integrità del sistema fu mantenuta integrando la popolazione locale sotto la monarchia.

Le Assise di Ariano furono abbozzate dal re negli anni ‘40 del 1000. 36 Uno dei principali scopi delle assise fu quello di consolidare il potere sotto la corona. Facendo questo, l’autorità di Ruggero divenne apparentemente assoluta. Egli impose l’idea di essere stato nominato al trono da Dio stesso, e quindi di governare per volontà divina. Sebbene questo concetto legittimizzasse il suo governo nel suo insieme, si applicava in ambito legale specificamente nel senso che le leggi fossero considerate volontà divina e che Ruggero fungesse da unico interprete di questa volontà.37 Il potere giudiziario non era separato ma piuttosto concentrato sotto la monarchia normanna. Ruggero esercitava il potere di re, di giudice, di sacerdote, ecc. Il suo potere multiforme spinse gli interessi secolari e religiosi a diventare interconnessi.

Rappresentazione di Ruggero II che viene incoronato da Cristo stesso

Rappresentazione di Ruggero II che viene incoronato da Cristo stesso

Il re divenne l’unico a prendere decisioni riguardo ai diritti ed ai privilegi dei funzionari religiosi e venne considerato il difensore della religione.38 Sfidare la legge non solo divenne un’offesa alla corona, un crimine di tradimento, ma anche un’offesa nei confronti di Dio stesso.39 Sebbene il potere fosse concentrato nelle mani di Ruggero, altre posizioni all’interno all’interno del sistema giudiziario giocavano un ruolo altrettanto importante nell’imposizione della legge. Magistrati e giudici erano responsabili della supervisione delle questioni relative al diritto penale. 40 La Curia Regis era responsabile, in parte, delle questioni di diritto civile. 41 Nonostante il suo fosse un potere eccezionale, Ruggero ebbe una efficiente burocrazia ad aiutarlo a promulgare effettivamente le leggi del regno.

Le leggi emanate sotto le Assise di Ariano riguardavano molteplici aree della vita dei sudditi del regno normanno. Matrimonio, religione, offese alla corona erano alcune delle principali questioni affrontate nella legislazione di Ruggero. Analizzando le stesse assise, si è in grado di acquisire una migliore comprensione della morale e delle questioni importanti nella società del tempo. Come già detto, religione ed affari di stato divennero indistinguibili sotto Ruggero II. Questo era evidente nella sua legislazione, poiché molte sue leggi riguardano questioni della Chiesa. L’Assise II è quella in cui Ruggero concede esplicitamente privilegi alla Chiesa e considera la corona come protettrice dell’istituzione.42 La religione era senza dubbio importante per i Normanni, che come gruppo utilizzavano spesso questa per legittimarsi. Altri atti legislativi sostenevano i diritti civili. L’Assise III richiedeva a chi fosse al potere di trattare i propri sudditi con decenza e di chiedere loro solo ciò che fosse da considerarsi ragionevole.43 Molte delle leggi riguardavano l’adulterio, che sembrava essere una questione delicata. Ciò allude ulteriormente all’importanza della religione e del matrimonio come estensione della Chiesa. Considerando che le assise consolidarono il potere della monarchia, i reati contro la corona, come il tradimento, erano tra i reati più gravemente punibili dalla legge.

Mantenere il potere era importante per Ruggero, il quale usava la religione come mezzo per raggiungere il suo fine. Promuovendo i diritti individuali nella sua legislazione, egli si assicurò che il suo potere rimanesse relativamente incontrastato. Nel complesso, l’amministrazione legale normanna, che era stata sviluppata a partire da strutture preesistenti, fu tra le più avanzate del suo tempo. Il potere si consolidò sotto le leggi dei monarchi normanni, specialmente sotto Ruggero II. Questo consentì alla Sicilia e al Sud Italia di trasformarsi, da regione instabile, in una regione caratterizzata da pace e stabilità.

V. Religione

di Megan Ingwersen

Nella Sicilia normanna la religione era un aspetto molto importante della cultura, della politica e della società. I Normanni erano devoti cristiani. Tuttavia, quando i Normanni iniziarono le loro conquiste nell’isola, vi erano molti popoli appartenenti a diversi contesti religiosi. Ad esempio, un terzo della popolazione in Sicilia era bizantina e due terzi musulmana.44 La Sicilia ai tempi dei Normanni è ricordata essenzialmente per la sua società diversificata e multiculturale. Inoltre, agli stessi Normanni era attribuita la tolleranza religiosa nei confronti di coloro che appartenevano a quelle che erano considerate minoranze religiose, come gli ebrei, i cristiani orientali ortodossi ed i musulmani. Gli storici discutono se la tolleranza religiosa sia stata effettivamente raggiunta o se questi momenti fugaci nascondano una storia di violenza contro le religioni. Tuttavia, si può sostenere che la Sicilia normanna abbia raggiunto un certo livello di tolleranza religiosa tra i sovrani normanni e le minoranze religiose.

Nelle prime conquiste normanne di Ruggero I, nel 1060, è evidente che gli scambi tra Normanni e minoranze religiose fossero tollerati, specialmente tra normanni e musulmani. Infatti, Ruggero I dovette incoraggiare le relazioni con Arabi e Musulmani della Sicilia al fine di conquistare delle città. Ruggero I iniziò ad incorporare musulmani nel suo esercito. 45 Egli non voleva conquistare attraverso delle battaglie, ma piuttosto attraverso delle negoziazioni, queste erano molto utilizzate nelle trattative con altre città musulmane.46 A causa di ciò, i musulmani nelle città avevano un certo livello di autonomia e Ruggero I rivolgeva loro un senso di rispetto. I musulmani che vivevano in villaggi non avevano le stesse opportunità e ricevevano pressioni per convertirsi, invece, al cristianesimo. 47 Ruggero I non aveva musulmani nel suo governo centrale; questo non avvenne fino al regno di Guglielmo I. Si ipotizza se questa esclusione sia avvenuta a causa dell’intolleranza religiosa o a causa del disgusto per la guerra con i musulmani o del tradimento di Ibn al-Thumna, un eminente sovrano musulmano che aveva promesso a Ruggero I la conquista dell sua città e poi lo aveva tradito prima che Ruggero potesse assediarla.48 Ruggero I aveva molti funzionari bizantini al governo centrale, il che dimostra che i Normanni consentissero l’influenza greca.49

Dopo la morte di Ruggero I nel 1101, ci si aspettava che suo figlio Simone diventasse il prossimo conte. La moglie di Ruggero, la Contessa Adelasia, fu reggente. Sfortunatamente Simone morì giovane e, nel 1105, il futuro Ruggero II divenne l’erede alla contea. Adelasia continuò a servire come reggente fino al 1112. Durante la reggenza, la forte influenza dei Bizantini stava lasciando spazio ad un mondo influenzato profondamente dai Musulmani.50 Durante questo periodo, le donne musulmane stabilirono tendenze per la moda e per la cultura. Le donne cristiane usavano vestirsi, secondo quanto documentato, ispirandosi alle donne musulmane, parlavano arabo, portavano veli sul viso.51 La tolleranza religiosa e la pace stava iniziando a miscelarsi nella cultura della Sicilia normanna. Tuttavia, vi fu una piccola aggiunta al governo centrale. Quando Ruggero II divenne re, fu molto entusiasta di mantenere le regole precedenti, benché impiegasse musulmani come scribi. Infatti, Ruggero II, affezionato ai musulmani, creò un circolo in cui egli stesso e gli studiosi musulmani si scambiavano idee sulla scienza e sulla matematica. 52

Per Ruggero II la cosa più importante era la coesistenza tra Normanni e Musulmani nella società tuttavia, benché avesse molti rapporti con gli studiosi musulmani, non li aggiunse ancora al suo governo. Si può dire che l’età di Ruggero II sia testimonianza di una tolleranza religiosa molto più sviluppata rispetto al periodo precedente - anche se non si può considerare una società totalmente integrata. Ciò che seguì l’eredità di Ruggero fu l’età del regno di suo figlio, Guglielmo I, che apportò grandi cambiamenti nel corso della sua leadership. Guglielmo I avrebbe avuto musulmani al governo per la prima volta ma, a causa del suo regno debole e delle ricorrenti rivolte, la violenza tra cristiani e musulmani continuava a trasparire.53 Dopo la morte di Guglielmo I, suo figlio tredicenne, Guglielmo II, fu il prossimo della linea di successione. Egli ebbe profonda fiducia nei confronti dei musulmani; gli permise di divenire attivi all’interno del governo ed essi lavorarono anche come suoi cuochi e come guardie. 54

Detto ciò, è necessario notare che alcuni studiosi credono che i Normanni praticassero non tanto una diffusa tolleranza religiosa, ma piuttosto una tolleranza strategica a fini politici.55 É evidente che la violenza tra cristiani e musulmani non finì mai e che invece spinse i musulmani e le altre minoranze fuori dalla Sicilia. Tuttavia, è possibile sostenere che i Normanni abbiano raggiunto un certo livello di tolleranza poiché, mentre la violenza persisteva, il progresso delle minoranze religiose nella società e nella cultura divenne evidente. Sarebbe sbagliato sostenere che greci e musulmani non abbiano influenzato la Sicilia normanna. Infatti, vi sono numerose fonti - documentali e monumentali - che lo dimostrano. La religione dominava questo mondo e poteva essere estremamente divisiva, ma ai tempi la convivenza pacifica era prevalente. Risulta straordinario pensare a come i cristiani normanni ed altre minoranze religiose, specialmente i musulmani, siano riusciti a raggiungere una tolleranza religiosa durante questo periodo storico ed al tipo di mondo che sia stato creato in conseguenza di questo.

VI. Arte e Architettura

di Emily Cotugno

Architettura:

Prima di immergerci in una panoramica sull’arte della Sicilia normanna e sull’architettura, occorre comprendere che l’identità religiosa e culturale non fossero categorie unificate nel Medioevo mediterraneo.56 Come detto in precedenza, la Sicilia era abitata per lo più da cristiani ortodossi orientali e musulmani, il che significa che le differenze religiose e culturali fossero presenti. Inoltre, dal punto di vista geografico, la Sicilia si trova al centro del Mediterraneo e questo gli permise di diventare un crocevia di rotte commerciali marittime. Ciò significa che l’isola fosse visitata da molte persone di differenti contesti culturali.57 A sua volta, questo “ibrido” di tradizione, cultura e religione si manifestò nel linguaggio visivo della Sicilia normanna58 Rivolgendo la nostra attenzione su una delle maggiori opere della Sicilia normanna, la Cappella Palatina, cattureremo perfettamente questa ibridazione.

La Cappella Palatina, che si trova a Palermo, è la cappella reale del Palazzo dei Normanni e fu costruita sotto il dominio di Ruggero II. Tradizionalmente, le costruzioni normanne europee erano progettate per essere scure, monocromatiche e romaniche. 59 Tuttavia, Ruggero II era noto per essere affascinato dal mondo, dalle sue diverse culture e tradizioni.60 Essendo circondato da persone di varie culture e religioni, Ruggero II decise di progettare la Cappella Palatina per rappresentare questa mescolanza di culture e identità includendo anche un design romano. É importante notare anche che i governanti normanni provarono a creare l’immagine di loro stessi come “capi cristiani delle diverse genti”. 61 Questa, accanto alla posizione geografica e a coloro che abitavano la Sicilia/il Sud Italia potrebbe, essere la ragione per cui l’architettura della Sicilia normanna non fosse costruita secondo uno specifico stile artistico.

Come affermato in precedenza, la Cappella Palatina fu culturalmente, religiosamente e tradizionalmente influenzata da coloro che abitavano la regione. Dato che la Sicilia era abitata per la maggior parte da musulmani e bizantini, la Cappella Palatina contiene artisticamente aspetti di entrambe le culture ed include alcune caratteristiche tipiche romaniche. Questa cappella reale contiene soffitti muqarnas, mosaici bizantini che ricoprono le pareti, pilastri romani, spolia romana o pietra da costruzione riproposta, e si ritiene che le parenti ora spoglie fossero un tempo ricoperte da arazzi di ispirazione islamica.62 L’ispirazione progettuale della Cappella Palatina va molto oltre gli abitanti della Sicilia, questa muove anche da paesi circostanti. Ad esempio, la pavimentazione della cappella sembra aver preso ispirazione dalla Spagna e dall’Africa Settentrionale. 63

La Cappella Palatina racconta una storia attraverso la sua arte. La sua creazione non solo ha permesso l’incontro di culture, tradizioni, religioni diverse ed ha consentito loro di essere rappresentate in modo artistico, ma racconta anche le storie cristiane attraverso i diversi mosaici.

In foto: l'interno della Cappella Palatina

In foto: l’interno della Cappella Palatina. Si possono vedere le figure cristiane raffigurate da mosaici. La cupola in stile islamico è ancora presente.

Oltre alla Cappella Palatina, Ruggero II commissionò la cattedrale di Cefalù che, come la Cappella Palatina, incorpora spolia antica, mosaici bizantini e muqarnas islamica.64 Tuttavia, sebbene le due costruzioni abbiano delle cose in comune, presentano anche alcune differenze. Ad esempio, le loro funzioni erano notevolmente diverse. La Cappella Palatina era utilizzata come cappella reale, contenuta all’interno del Palazzo dei Normanni, ed era raramente aperta al pubblico. Mentre la cattedrale di Cefalù era aperta al pubblico, era destinata da Ruggero ad essere utilizzata come suo luogo di sepoltura e si trovava in un piccolo villaggio.65 La cattedrale di Cefalù ha caratteristiche più romaniche e richiama motivi occidentali più di quanto non faccia la Cappella Palatina.66 In termini di dimensioni, la cattedrale di Cefalù è molto più grande della Cappella Palatina, misura 70 metri in lunghezza e 27 in larghezza, a differenza della Cappella Palatina che misura appena 40 metri per 20. 67

In foto: il soffitto della Cattedrale di Cefalù (sezione absidale)

In foto: il soffitto della Cattedrale di Cefalù (sezione absidale), che incorpora anche motivi islamici e bizantini

Ruggero II commissionò altre costruzioni durante il suo regno, benché nessuna fosse più significativa della Cappella Palatina e della Cattedrale di Cefalù. Gli edifici continuarono ad utilizzare la diversità culturale come loro ispirazione visiva. Le chiese di Santa Maria dell’Ammiraglio (spesso chiamata la Martorana) e di San Giovanni degli Eremiti esibiscono entrambe motivi islamici e bizantini, dato che entrambi gli edifici hanno cupole di ispirazione islamica e mosaici di ispirazione bizantina.

Arte:

Non si parla molto delle opere d’arte normanna, sebbene si possa sostenere che l’architettura normanna e l’arte fossero strettamente collegate. Comunque, una delle opere d’arte più famose della cultura normanna è il mantello dell’incoronazione di Ruggero II (che, stranamente, non sembra essere stato indossato dal re durante la sua incoronazione nel 1130). Un mantello dell’incoronazione è un indumento indossato da re, regine o chiunque abbia un potere superiore, in particolare durante la propria incoronazione, è un simbolo di autorità. Un mantello è anche simbolico nel senso che è pensato per essere tramandato da un sovrano ad un altro - simboleggiando il trasferimento di potere.68 Il mantello dell’incoronazione di Ruggero II è particolarmente significativo perché si lega alla stessa diversità culturale della Cappella Palatina e della Cattedrale di Cefalù.

Questo mantello lega aspetti europei, musulmani e mediterranei. La forma stessa è ispirata al design europeo occidentale, mentre il tessuto è realizzato in seta rossa di alta qualità (il che riflette gli aspetti mediterranei della produzione tessile). 69 Si dice che il mantello stesso sia stato molto probabilmente prodotto da artigiani bizantini e successivamente decorato da artigiani musulmani. 70

In foto: Il Mantello dell'Incoronazione di Ruggero II.

In foto: Il Mantello dell’Incoronazione di Ruggero II. La forma ricorda lo stile dell’Europa occidentale, mentre il tessuto e i dettagli ricordano lo stile mediterraneo ed islamico.

In termini di stile, il mantello è decorato con una palma al centro, con un leone che attacca un cammello su entrambi i lati. Si dice che questo rappresenti la conquista dei territori musulmani da parte di Ruggero II.71 Vi sono anche accenni ed associazioni astronomiche, come il motivo del sole sopra la testa del leone, che trae ispirazione dal mantello stellato di Enrico II. Il design è ricamato in oro e bordato di perle (che possono essere interpretate come stelle, si tratta forse di un’altra ispirazione astronomica).72 I bordi del mantello contengono iscrizioni arabe, che includono una data ed un estratto che provano l’associazione reale. 73

La mescolanza di culture sia nell’architettura normanna che nelle opere d’arte dimostra che l’implementazione dell’ibridazione culturale vada ben oltre lo stile visivo e si concentri, piuttosto, anche sulla produzione.


  1. Lisa Reilly, The Invention of Norman Visual Culture: Art, Politics, and Dynastic Ambition (Cambridge:

    Cambridge University Press, 2020), 123. ↩︎

  2. Ibid., 126. ↩︎

  3. Ibid. ↩︎

  4. Ibid. ↩︎

  5. Hiroshi Takayama, Sicily and the Mediterranean in the Middle Ages (New York: Routledge, 2019), 173. ↩︎

  6. John Julius Norwich, The Kingdom in the Sun: 1130-1194, vol. II (London: Faber & Faber, 2018), 3. ↩︎

  7. Ibid., 100. ↩︎

  8. Ibid., 101. ↩︎

  9. Reilly, Invention of Norman Visual Culture, 127. ↩︎

  10. Takayama, Sicily and the Mediterranean, 173. ↩︎

  11. Norwich, Kingdom in the Sun, 86. ↩︎

  12. Ibid., 92. ↩︎

  13. Takayama, Sicily and the Mediterranean, 122. ↩︎

  14. Norwich, Kingdom in the Sun, 3. ↩︎

  15. Takayama, Sicily and the Mediterranean, 4. ↩︎

  16. Ibid*.,* 53. ↩︎

  17. Ibid., 9. ↩︎

  18. Ibid*.*, 174. ↩︎

  19. Charles D. Stanton, Norman Naval Operations in the Mediterranean (Woodbridge, Eng.: Boydell, 2016), pp. 174-222. ↩︎

  20. Takayama, Sicily and the Mediterranean, 52. ↩︎

  21. Norwich, Kingdom in the Sun, 354. ↩︎

  22. Ibid., 155. ↩︎

  23. Ibid., 3. ↩︎

  24. Ibid., 354. ↩︎

  25. Ibid., 4. ↩︎

  26. Ibid., 81-82. ↩︎

  27. Ibid., 83. ↩︎

  28. Ibid. ↩︎

  29. Ibid., 169. ↩︎

  30. Ibid., 354. ↩︎

  31. Graham A. Loud, The Age of Robert Guiscard: Southern Italy and the Norman Conquest (London: Routledge, 2000), 286. ↩︎

  32. Ibid., 43. ↩︎

  33. Ibid., 44. ↩︎

  34. Norwich, Kingdom in the Sun, 82. ↩︎

  35. Takayama, Sicily and the Mediterranean, 65. ↩︎

  36. Norwich, Kingdom in the Sun, 82. ↩︎

  37. Ibid., 83. ↩︎

  38. Ibid., 84. ↩︎

  39. Ibid., 83. ↩︎

  40. Ibid., 99. ↩︎

  41. Ibid., 83. ↩︎

  42. Roger II and the Creation of the Kingdom of Sicily, trans. Graham A. Loud (Manchester, Eng. and New York: Manchester University Press, 2012), 315-16. ↩︎

  43. Norwich, Kingdom in the Sun, 85. ↩︎

  44. Reilly, Invention of Norman Visual Culture, 128. ↩︎

  45. Takayama, Sicily and the Mediterranean, 171. ↩︎

  46. Ibid. ↩︎

  47. Ibid., 172. ↩︎

  48. Ibid. ↩︎

  49. Ibid. ↩︎

  50. Ibid.,173. ↩︎

  51. Ibid. ↩︎

  52. Ibid., 174. ↩︎

  53. Ibid. ↩︎

  54. Ibid., 175. ↩︎

  55. Ibid. ↩︎

  56. Reilly, Invention of Norman Visual Culture, 133. ↩︎

  57. Ibid. ↩︎

  58. Ibid., 119. ↩︎

  59. Ibid., 117. ↩︎

  60. Ibid., 125. ↩︎

  61. Ibid., 130. ↩︎

  62. Ibid., 134. ↩︎

  63. Ibid., 148. ↩︎

  64. Ibid., 163. ↩︎

  65. Ibid., 164. ↩︎

  66. Ibid. ↩︎

  67. Ibid., 166. ↩︎

  68. Ibid., 184. ↩︎

  69. Ibid., 178. ↩︎

  70. Ibid., 181. ↩︎

  71. Ibid. ↩︎

  72. Ibid., 182. ↩︎

  73. Ibid., 179. ↩︎